L’apertura della partita Iva per assistente virtuale si rivela una procedura per certi aspetti complicata in quanto implica anche la scelta del corretto codice ATECO. Bisogna poi considerare la selezione del regime fiscale in linea con le specifiche esigenze e per questo il supporto tecnico del commercialista diventa fondamentale al fine di non commettere errori. Per questo è importante anche scegliere il giusto commercialista per assistente virtuale.
La mia attività viene seguita da anni da FiscoZen, che oltre a offrire un ottimo gestionale compreso nel servizio, ti regala una prima consulenza gratuita. In questa consulenza capirai quale regime fiscale e codice ateco è quello giusto per te, e come funziona l’apertura della p.iva.
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Partita iva per assistente virtuale: aspetti generali
Negli ultimi anni tante persone sognano di intraprendere la carriera di assistente virtuale, un lavoro abbastanza richiesto e che non deve essere assimilato a quello che viene svolto dalla classica segretaria.
Le imprese e i professionisti che operano sul web necessitano infatti di assistenti virtuali in grado di risolvere diverse criticità operative e di offrire un valido supporto nel settore del marketing.
Più nello specifico, gli assistenti virtuali sono lavoratori autonomi che svolgono le mansioni da remoto per aiutare clienti e committenti. In genere queste attività vengono esercitate da ex dipendenti che vogliono mettersi in proprio, nonché da giovani studenti per arrotondare e pagare gli studi.
Siamo quindi di fronte a un nuovo modo di fornire un buon livello di professionalità, allo stesso modo di ciò che avviene quando viene assunto un collaboratore che rimane fisicamente all’interno dell’azienda.
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Quando è necessario aprire la p.IVA
Nel momento in cui l’attività diventa abituale e continuativa occorre informarsi adeguatamente sull’apertura della partita Iva per assistente virtuale, al fine di regolarizzare la propria posizione e non avere problemi con il fisco.
Come aprire la p.IVA per assistente virtuale
In linea generale è bene sapere che per munirsi di partita Iva sarà necessario recarsi presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate e provvedere alla compilazione del modello AA9\12 per poi consegnarlo allo sportello. L’iter da seguire è abbastanza veloce e semplice, ma è importante prestare attenzione alla scelta del corretto codice ATECO, oltre che al regime fiscale che si desidera adottare.
Se durante la scelta del commercialista, deciderai di affidarti a Fiscozen, penseranno a tutto loro e dormirai sonni tranquilli.
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Codice ateco per assistente virtuale
Per ciò che riguarda il codice ATECO è bene far presente che sarà proprio quello attraverso il quale sarà possibile identificare l’attività svolta dal professionista. Selezionare un codice al posto di un altro potrà pregiudicare la successiva iscrizione alla gestione separata INPS o alla cassa professionale d’appartenenza.
Ecco perché in caso di dubbi è bene non improvvisare e chiedere il parere del proprio commercialista.
Insomma, a differenza di quello che si possa pensare, l’apertura della partita Iva per assistente virtuale non è alla portata di tutti, anche perché durante la procedura si possono presentare alcune difficoltà strettamente tecniche. I meno esperti inoltre potrebbero compilare i moduli in maniera non esatta, specialmente la sezione che riguarda il codice ATECO.
Farsi guidare dal commercialista vuol dire portare a termine gli adempimenti richiesti con successo e senza il rischio di subire accertamenti fiscali e conseguenti sanzioni pecuniarie.
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Ecco alcuni esempi di codice ateco, la scelta dipenderà dai servizi offerti dall’assistente virtuale:
- 62.02.00 – Consulenza nel settore delle tecnologie informatiche
- 62.09.09 – Altre attività dei servizi connesse alle tecnologie dell’informatica nca
Questi sono solo 2 esempi, ma i codici ateco sono tanti e anche i servizi che può offrire un’assistente virtuale. Per questo è necessario richiedere una consulenza a un commercialista.
Contributi previdenziali: fisso o a percentuale
Versare i contributi è obbligatorio, ma a seconda del regime fiscale di appartenenza pagherai contributi:
- fissi
- a percentuale
L’inquadramento come professionista prevede l’iscrizione alla gestione separata INPS e il pagamento dei contributi sarà calcolato in base al fatturato annuale.
L’inquadramento come commerciante prevede il pagamento di una cifra fissa annuale (si può chiedere una riduzione), rispettando precise scadenze durante l’anno.
P.IVA e prestazione occasionale
Non si diventa assistenti virtuali da un giorno all’altro, in quanto occorre maturare delle specifiche competenze e conoscere i diversi strumenti informatici per aumentare la produttività e la competitività aziendale.
L’assistente virtuale, infatti, non è solo in grado di gestire i siti web, ma sa bene come organizzare la newletter, scrivere i contenuti del blog e utilizzare la posta elettronica. Si segnala inoltre che la partita Iva per assistente virtuale non è un requisito facoltativo ma è obbligatoria per poter lavorare regolarmente.
Così come previsto per qualsiasi altra professione autonoma, non è necessario munirsi di partita Iva immediatamente, ovvero all’inizio della carriera, in quanto sarà possibile ricorrere ad altri strumenti, come ad esempio alla prestazione d’opera occasionale.
L’adempimento della partita Iva diventa necessario quando le mansioni di assistente virtuale vengono svolte abitualmente, quindi non più una tantum per ciascun committente e per una durata breve che dovrà essere inferiore a 30 giorni.
Regolarizzare la posizione di assistente virtuale, come anticipato, comporta anche la scelta del regime fiscale e a tal riguardo, da gennaio 2016, si può optare per il forfettario che assicura tutta una serie di agevolazioni.
Questo regime infatti permette di risparmiare sulle tasse ma potrà trovare applicazione solo quando i ricavi annuali non superano 65.000 euro. Rispettando la soglia massima scatterà l’esenzione dell’Iva, l’applicazione dell’imposta sostitutiva dal 5% al 15%, l’esonero dalla presentazione degli studi di settore e dalla tenuta delle scritture contabili.
Per poter usufruire dell’imposta sostitutiva nella misura del 5% durante i primi cinque anni di attività è necessario non aver svolto nei tre anni precedenti alcuna attività d’impresa o di lavoro autonomo. Le mansioni svolte inoltre non devono costituire la mera prosecuzione della professione esercitata in precedenza come come dipendente o assimilato.
Si segnala che le spese riguardanti l’attività o ad uso promiscuo non sono considerate, per cui viene meno il sistema della detraibilità. Al complessivo fatturato si applica un coefficiente di redditività per stabilire a forfait il reddito imponibile.
Vantaggi del regime forfettario per assistente virtuale
Gli assistenti virtuali che optano per il regime forfettario non sono soggetti al pagamento dell’Iva, ma all’imposta sostitutiva dal 5% al 15%, aspetto che semplifica molto gli adempimenti del commercialista. Tutto ciò si traduce in una maggiore competitività sul mercato, in quanto gli assistenti virtuali soggetti al forfettario potranno applicare tariffe più basse per le prestazioni rese.
L’applicazione dell’imposta sostitutiva vuol dire essere esenti dal pagamento dell’IRPEF, dell’IRAP e delle altre imposte addizionali. Verrà meno inoltre la ritenuta d’acconto in fattura, perché il professionista pagherà una sola imposta sui ricavi.
In altre parole gli assistenti virtuali che passano al regime forfettario verseranno una sola imposta sul reddito imponibile, importo determinato moltiplicando il coefficiente di redditività previsto dal codice ATECO prescelto con i ricavi percepiti.
Bisogna poi ricordare che in caso di start-up è prevista una riduzione dell’aliquota dell’imposta sostitutiva al 5% durante i primi cinque anni di attività, dopo si passerà al 15%.
Partita IVA per assistente virtuale: in conclusione
Diventare assistente virtuale non significa solo acquisire spiccate conoscenze nel settore del marketing e dell’informatica, perché occorre regolarizzare la propria posizione nei confronti del fisco. Specialmente quando le mansioni vengono svolte in maniera continuativa è importante provvedere all’apertura della partita Iva per assistente virtuale, alla scelta del codice ATECO corretto e al regime fiscale più vantaggioso.
Il forfettario potrebbe rivelarsi una buona scelta per risparmiare annualmente sulle tasse, nonché al fine di emettere fatture senza ritenuta d’acconto. In ogni caso stabilire il regime fiscale che possa fare al proprio caso, tenuto conto anche del fatturato, non è così semplice. Affidarsi a un commercialista esperto è fondamentale per non avere spiacevoli sorprese e affrontare la gestione della partita Iva senza intoppi o errori di valutazione.
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1 commento su “Partita IVA per assistente virtuale: codice ateco e come aprirla”
Grazie mille, non hai idea di quanto mi hai aiutata 😊